Non hanno viali,
Solo prigioni in vicoli serrati,
Tutto parla e dice "sono qui amore mio, per buttarti giù",
Veleno nei ciottoli illuminati da schegge di sole, millenario quanto
Il dolore che si morde il petto di rabbia e disperazione.
Uno dei tanti addii del mondo si piega in due, circondato da rovi rosso sangue, e afferra l'ultimo brandello di cielo tagliandoselo dal polso caldo.
"Sarò il tuo cavaliere,
Tu la mia rovina."
E l'uomo cavalca il nulla come se fosse gloria, placato oggi nei suoi rantoli riecheggianti perfino qui, perché altro non vede - se è il tuo paese che ti massacra, come puoi spiccare in esso?
Le strade del nulla
Sono piene zeppe, mercati di tessuti,
Intagliati dalle corde dell'infinito colpevole, e pietre, occhi di Dea.
Candele rosse come sangue di vergini che ardono nella notte, un piccolo cigno avvolto nel petrolio dibatte le ali e chiede a Dio in quale dei tanti giorni andati a male si sia smarrito.
Preghiere che sono ennesimi vicoli ciechi. Il silenzio del respiro, gomitoli di panico -scappa via! Via!- tra polvere da sparo e il nulla, che è tutto.
"La bellezza? È un fantasma che cammina e accieca gli esseri ricolmi di paura."
-Non misurare qualcosa che misurerà te.
È che qui, qui non c'è altro che sangue. -
Nessun commento:
Posta un commento