La luna è la mia fidanzata.
Ha piccoli sussurri che piega durante il giorno, masticata da ore come petali nei suoi crateri screpolati, cullata dal mormorio del baratro incolmabile delle nostre preghiere.
Pare un diamante nel vento gracchiante di speranze.
Le sue fasi accompagnano le ore più piccole, quelle più buie, quelle più radiose.
Si è gravidi di sogni.
Di un perenne desiderio costante, che brucia le sfumature sottili del buio, si rischiara perfino la gola, luce che fa inarcare la mia schiena e la luna è accesa.
Scivola sulle mie dita con brillii, voci, echi sospinti dall’aria.
Lei mi lega ai miei figli.
Alla luna devo la mia vita.
... una fiaccola ancora accesa, un tintinnio fragile appoggiato ad alcune parole ferme nel palato, il plenilunio.
E spero che tutto di me ti stringa.
Che tu possa sentire ogni volta che il mio cuore muore, per te, e per te ricomporsi con uno spasmo di devastante amore, ti amo, appena la pioggia finisce di cadere e ci si sente melanconici.
In te, tutti i cicli esistenti della vita, del mistero, del Significato prendono vita.
Intanto
la luna piena sfolgora la sera.
Crateri che nel tempo fioriscono in mistero e seduzione, un altro passo ancora,
e ti ho in mano - crollo nel tuo abbraccio sacro.
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