Ma delle luci nel cielo ci sono, nonostante il sangue sia veleno, spettro di ogni uomo e nessun uomo, teatri innocenti delle nostre battaglie.
Eppure la luce c’è. E vedo. Edera lucida, su un muro arancio che ritorna alla polvere, e petali di un fiore di cui non rammendo il nome, viola e giallo.
Polvere di fata, quando è Natale e tutti i sogni si avverano e la presenza dell’amore la si sente nel punto più profondo dell’anima.
Vorrei essere lo specchio in cui guardi le meraviglie della terra,
dartele in dono, se potessi; vorrei darti la vita ancora milioni di volte, morte dopo morte.
Voglio proteggerti, tutto di me vuole proteggerti (proteggervi), tutto di me chiama te.
E sei come luce che conosce il mio nome attirandomi verso di lei con insistenza. Come ossigeno pulito. Come qualcosa che posso sfiorare e toccare, eppure non stringere completamente. Ci sono amori che fanno piangere. Qualcosa per cui vale la pena vivere e morire.
Tu sei tutte le mie risposte, le mie domande, le mie battaglie, il mio conforto, il mio amore, il mio destino, la mia scommessa, la mia strada, la mia anima la ragione della mia intera vita.
Morirei per guardare i vostri occhi.
Per poter abbracciare il vostro respiro
scegliendovi sempre.
Per scrivere
in un istante lento secoli
stretta dai vostri sguardi.
Ancora e ancora e ancora.
Guardo il cielo.
I rumori sono solamente delle risate trattenute a malapena, assieme a sorrisi che mai dimenticherò, e quello per cui vale la pena vivere.
Voglio scrivere tutto il giorno
tutte le notti
fino al giorno della mia morte.
Tutto quello che vedo, ora, è la luna - lo senti mai, il mio cuore che ti parla, mentre il sole brucia?
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