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giovedì 17 maggio 2012

sto perdendo la memoria


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Quando io sto in piedi
mi tendi la mano e ti dono
tutto quello che vale la pena
per farti avere quegli occhi
.


Sono una maschera di farfalle pronte a volare.
Repulsione nell’aria, veleno allo stato più letale, cerbiatti che corrono... salvandosi... ed io piango.

In qualche modo, questo risuonerà sempre in te,” dice, e la sua mano mi spezza quasi il polso.

Oh Dio, entrambe le cose, entrambe -amore e inferno - mi risuoneranno sempre dentro. In modi opposti, la pace e la felicità; l’agonia, terrore, panico.

Come campane altissime, che raggiungono vette illuminate.
Sto perdendo la memoria.

Sbuffi di fumo tra le mani.
E’ qualcosa di trascendentale da me, qualcosa che mi fa venire di piangere e stringermi il petto.
Foreste, foto nella memoria.
Grandi alberi alti, un pozzo.
Sto perdendo la memoria [amandovi]

Pietre scure su cui poggio le mani, le vedo bianche e piene di scritte nere unite tra di loro da linee rosse.
Sto perdendo la memoria e il mio petto non ha mai spaccato i propri battiti così.
Non così.
Mi sporgo -linee rosse, verdi, grigie, fumi di incensi sul volto e nel cervello, dell’erba e un’altalena blu, una luna in legno nel gelo di due spogli occhi, le mie mani - le mie- le premo maggiormente nella pietra nera, e tutto si sgretola e cado.

le mie mani che scrivono e che s’intrecciano con mani affusolate - non come la mie -nere.
Sto perdendo la memoria, capelli nerissimi e lunghi, lunghi, mi premono sulle ciglia e avvolgono il mio urlo  e ancora cado, cado -

 una spada, mi volto dall’altra parte col cuore spezzato, piangendo tutto il rancore di questo mondo - violette da cercare, margherite da cogliere e tenere in un minuscolo bicchiere di vetro, sto perdendo la memoria, sono le ossa che si spezzano e cedono e crollo in ginocchio e vedo l’amore, le lacrime, Lei in secondi accecanti, i tormenti, la paura: due occhi grigi, ancora, così splendenti, così saggi e misteriosi - Conall aveva gridato, la spada nelle mie mani serrate, la mia pancia che accoglieva una vita ed io che la uccidevo, e poi sorridevo tentando di farcela - una collina da scalare, senza fiato, per i resti che vi ha, pregni di energia - ricorda, ricorda, stai perdendo la memoria.

Pelo soffice, bianco, radioso accanto a me, a cui mi aggrappo urlando.

A doppio taglio.


A doppio taglio

[ho perfino dovuti soffiarmi rughe sulla pelle]

Vi amo.
Sto perdendo la memoria, vi amo.

“Mamma
,” una piccola bambina pallida. Ha delle ginocchia nodose e delle piccole spalle; lunghissimi capelli neri... occhi grigi.
[il ventre che si spacca, si lacera, vibra]
Tu devi... lasciarti trascinare.” Sorride, le sue piccole guance che si tendono, avrà quattro anni- sto perdendo la memoria- è il 17 settembre. “Lascia che sia.... noi non ti lasceremo mai. Deve risuonare in te.

E la sua voce da bambina mi fa piangere come mai in vita mia - la madre chi è, lei è mia, è mia, chissà che nome ha - lei è mia, non potrei mai sopportare di perderla [ancora] - sto perdendo la memoria, il grosso lupo bianco [mi sta proteggendo. Fionnlagh... lo sai cosa significa, il suo nome?] a cui mi sto stringendo ulula, e il suo corpo massiccio è incollato al mio, lo sento ringhiare solennemente, lungamente -occhi dorati, chi diceva che portassero sventura si sbagliava, questi occhi mi... celano lui è... ha il profumo della nebbia
sto cadendo sempre più a fondo.

Lascia che sia... se stai perdendo la memoria. Se senti di perderla... lo sapevi che i fiori che hanno il profumo più intenso sono quelli piccoli che hanno avuto la tenacia di sbocciare, colti da nessuno, senza origine?”

Natale 2007.

Era il 25 Dicembre e io...

“Urla con noi la vita.”

Bianco assoluto, delle montagne alte, la luna piena che si avvicina con un innaturale scatto verso di noi, è immensa, davanti ai miei occhi,  erba sotto i miei piedi, è la meraviglia degli Dei - tendiamo una mano verso di bellezza e io...
... io perdo la memoria.

Ma non posso che chiamarlo singhiozzando, e lui mi salverà, perché sono le due identiche facce, colori della stessa anima, rappresentazione.

“Conall...”

Afferro la luna, intrecciando le nostre dita.
Ha le dita calde, io gelide. Piccole pressioni dei suoi polsi e riesco a vederlo, profondo e serio, e bellissimo, rappresenta l’esistenza di me- come potrei mai dimenticarmi della gobba che hai sulla sinistra del naso, piccola piccola, delle tue ciglia? -

Andiamo a casa” mi sussurra stringendomi -lino bianco e luminoso contro il viso, occhi, labbra, lacrime, amore, tutto e vedo bianco

e sento che sono Anna
e mi riconosco.

Chissà perché adesso.

La scrittura è la prima ed ultima risposta alle mie domande.
Anche nel nulla, lei...

computer.
incensi.
mi chiamo Anna e Cristo, le mie mani sono impazzite, tremano e sono calde, gelide, le vedo inarcate e spigolose, e le parole

l’unica parola e ragione
mi salvano e mi ricordano
dopo essere stata all’inferno
[ho ammazzato e dato la vita]
chi sono.

Devo seguire le parole.

L’unica e sola sei tu, Poesia.

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