dolce e tremolante, d’un pensiero inaudito, sopraffatto da osservazioni
gelide, rigide; oscura la nera foresta, attacco gremito di sofferenza - nebbia ché delicata
sfiora il grembo della vita, eccitata da tanta, siffatta, disonorevole fortuna.
mandata al macello che rauco ride, e sono striduli suoni acuti che vibrano
sulle sottigliezze necessarie ad incidere, marchiare, ammazzare.
il fuoco disegna ancora
le ombre del mio cuore, e di nuovo mi sdraio nella poesia eterna ritrovando me stessa.
più cosciente di prima; più irragionevole di prima.
penso d’intravedere un minuscolo stralcio di cielo,
quando giungo pesante a capo dei pensieri che s’offuscano lentamente,
dolcemente, prima che sia troppo tardi.
il cielo è di un azzurro opaco; nelle sue sfumature, io vedo la luna.
(circondare la propria minuscola vita
con le braccia aperte ed immergervisi
il viso coronato da lacrime cristalline)
ciò che sono stata, che sono, che sarò
è un turbinio confuso e mormorante,
avvolto, raggomitolato nella Scrittura,
di percezioni ed emozioni già vissute con
occhi differenti e costanti, pietrificati, attoniti
nel ciclo del mondo intero.
avvolto, raggomitolato nella Scrittura,
di percezioni ed emozioni già vissute con
occhi differenti e costanti, pietrificati, attoniti
nel ciclo del mondo intero.
la clessidra mulina
i propri perfidi granelli - ed io tra le mie dita fredde, carezzate dal vento,
non riesco ad acciuffarne l’essenza, la verità che giace scottante dietro gli stessi - invecchio anch’io.
il Tempo ruota su se stesso ed intrappola i miei ansiti, nascondendoli dove nessuno possa mai più trovarli.
milioni di candele accese, straziate dal calore, antica fiamma che rigenera e toglie -
milioni di candele accese sul tramonto di me stessa.
ed io, io osservo da sola un cerchio che sospira e gira eternamente, attendendo.
[il crepuscolo della vita]
ricorda, le stelle ci circondano
nelle loro brillanti animosità,
facendo vibrare perfino quello stesso cielo
opaco, splendente, congelato.
così rapido seppur immobile nel suo splendore rassicurante.
nelle loro brillanti animosità,
facendo vibrare perfino quello stesso cielo
opaco, splendente, congelato.
così rapido seppur immobile nel suo splendore rassicurante.
forse la luna di legno
si sfibrerà pian piano
ascoltando i battiti del proprio cuore
levigato tiepidamente, crollando giù dalla [mente] linea indifesa del suo tentennamento.
forse non vuole più bruciare; ma incendiarsi, ed incendiare.
io credo nelle favole,
nel mondo coronato di quiete,
nelle emozioni svolazzanti come minuscole fate.
io credo - credo che la poesia sia seriamente eterna,
priva di morte.
nel mondo coronato di quiete,
nelle emozioni svolazzanti come minuscole fate.
io credo - credo che la poesia sia seriamente eterna,
priva di morte.
milioni di candele accese
al ritorno della vita, annacquata dal mare,
non avevo mai visto il mare veramente prima d’ora,
cullate da potenti mani che si divincolano dal dolore.
scrivere fino ad impazzire - fino a non capire
più il confine del mondo qui, quello vero
(Conall, Bleuzenn, Fionnlagh, luna, pioggia, foreste, poesia)
e l’altro, il là lontano.
scrivere fino a vedere, sentire, odorare parole mai partorite.
scrivere affogando.
scrivere tornando.
scrivere, un doppio taglio reciso, netto, scrivere - arma che salva e rinchiude [in mondi isolati angelici e candidi].
scrivere vivendo.
vivere scrivendo.
scrivere è la vita; la vita è scrivere.
vivere scrivendo.
scrivere è la vita; la vita è scrivere.
la filastrocca
che non voleva morire,
uccidendosi quotidianamente,
ha trovato in profondità della memoria
la sua casa.
“voglio che lo sappiate, non c’è niente di più reale che voi.”
supposizioni, utopie, fantasie.
realtà.
il mondo freme ed agita il caos, sprigionando veleno.
inghiotto respiri mal riusciti, mal trattenuti.
un lampo bianco, verde, una corsa - tre gradini, inginocchiamoci -pioggia ruvida che sfiora la pelle marchiandola di nero, parole offuscate agli occhi, il vento tra i capelli, mani intrecciate alle mie, una visione d’un bianco accecante simile ai misteri divini oramai spalancati, occhi - un mare calmo.
ondeggio e tremo
mia isola perduta
in condizioni senza terra, radici - persa in sospiri grandi quanto l’amore.
la luna cala
verso la terra
abbracciandola stretta.
il frastuono del silenzio avviluppa
il suono, il vagito della mia poesia
e ne ricalca la promessa,
ed ora e sempre.
verso la terra
abbracciandola stretta.
il frastuono del silenzio avviluppa
il suono, il vagito della mia poesia
e ne ricalca la promessa,
ed ora e sempre.
29 settembre 2011
14.24

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