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domenica 30 ottobre 2011

velieri

mi passa tutto davanti come velieri antichi in una notte d’inverno, oscurati dalla nebbia lievemente soleggiata, e tutto è circondato da un alone leggero di figure che si stropicciano le mani, un sorriso arricciato agli angoli delle bocche, e poi - il castello in aria risplende, come un’isola lontana, cavaliere e mistero della notte calante e piegata nelle mie tasche vuote.

faccio circolare un senso che non trovo nei miei occhi lasciati aperti.
un senso che non troverò mai se non nelle letture di me - e mi passo accanto, sfiorandomi un braccio da sola--sorridere un poco e balzare su delle nuvole che si insaponano in pittura acida e blu, d’un blu splendente.

e improvvisamente mi vedo anziana; una vecchiaia gonfia e gravida di poesia, con mani rugose a stringere con forza le parole che mi ficco nella bocca, assaporandole nella luce
fioca di una luna zoppa, con ampie ed enormi stampelle argentate.

“il sole può frantumarsi come cristallo nella tua testa come un soffio delicato di nebbia che rapisce la luce e la trasporta in tempi lontani e tuoi,” mi dice Anna volata oltre il cielo, la sua voce -la mia voce- a fluttuare oltre le stelle coperte e appesantite dalla notte.

cercare e trovare i fiori più luminosi
dentro di me dove trastullo, pallida,
della neve grigia nelle mie mani gelate.

e vederla bianca, e sentirla calda.
sentire l’inverno colpirmi con le sue frecce
da lontano, oltre il ricordo dei fiori colorati e fioriti del sole caldo.

mi distendo nel cielo a braccia aperte assaporandone il sapore
sulle labbra tumide di lividi.

i velieri scorrono,
correndo tra le ombre del giorno,
nella sera sciupata da sussurri infruttuosi
carichi di respiri sani e tenuti a morire dove il tempo si ferma, rapito.

...il sussurro del vento...

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