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martedì 17 maggio 2011

casa

16 maggio 2011, 21:11

E sono artigli avvelenati
mi lacerano da dentro
che mi punta addosso il mondo.

sorrido per qualche infinito, stupendo istante.
ci sono legami lontani un intero paese
che durano più che relazioni avute con
chi si ha a due battiti.

il mio cuore in questo momento
ha racchiuso in se degli
spilloni che
dannazione
fanno un gran male.
feriscono così tanto.
non si può capire se non li si ha mai provati nel proprio cuore.

io penso che la voce si debba usare
per parlare, non per urlare.
urlare è straziante, ti succhia l’anima e te la divora.
e la gemella gelosia te lo sputa poi in faccia
finito il generoso banchetto.

essendo fertile
vorrei donare al mondo
altri figli e Conall
sarà la loro guida
fedele e sincera.

facendo questo, ricoprirei voi tutti di amore.
e il groppo alla gola cessa di ingigantirsi
sempre di più, giorno dopo giorno.

risate sparse nell’aria
riecheggiano lontane
in angoli sparsi di me
che non volevo ricordare...
...e disperdono dolcezza.


_____________

questi muri stanno marcendo,
e ne sento l’odore acre
che dal naso arriva ai polmoni
infiammandoli.

vorrei che un temporale furioso
son i suoi eserciti di nuvole di pioggia
cacciasse via queste emozioni
del sottosuolo e mi rendesse di pietra.

e possiedo un amore cortese
di quelli che si potrebbero
narrare nei libri ed invece
devo zittirmi, per non venire
gettata in un manicomio.


però lei rimane il centro
del mio essere e la luna
quindi può anche continuare
ad alternarsi tra le sue maestose
fasi; io, annaspando, vado avanti
verso la luce tendendo le mani
davanti a me.
nonostante le mani fredde
io continuo a non avere paura.
perché come posso mettere tutto questo da parte?
come posso non desiderare di essere a casa?

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