Powered By Blogger

Cerca nel blog

giovedì 12 maggio 2011

benedizione

La luce risplende tantissimo
si snoda in attimi furiosi che si rincorrono
senza mai toccarsi,
la sensazione soporifera di candidi sogni...
...sulla pelle, non vanno via...neanche soffiando forte...

voglio sognare e capire che è la realtà.
se mi specchio non vedo la mia immagine riflessa
ma potenti supposizioni a cui la mia spiritualità si appiglia.
riconoscendomi in luoghi e tempi lontani, divisi
tra fiori e spezie saporite, e sole e luna ben distanti
da separare in due perfino il cielo.

viaggiare in ricordi già affogati nel vento
che mi spinge i capelli sul viso---
ed è tremendamente doloroso,
ed avanzo caracollando nella nebbia,
sentendomi però al sicuro, senza esitazioni di alcun modo,
poiché impronte dorate sul terreno ci sono, e brillano di fiducia e riesco a vederle
e il mio cammino non è affatto perso.

in questo deserto che mi ricollega
alle mie antiche origini
io non posso che intravedere
una sembianza paradisiaca, immersa in fiocchi di stelle
che lasciavano al suo passaggio
sinfonie regali tutt’intorno.

vorrei avere le chiavi che apriranno
lo scrigno dei miei sogni dove,
trascinandomi all’interno,
scoprirò la lealtà
delle mie azioni, arrugginite e addormentate dal tempo.

un’enorme ed alta ghigliottina sogghigna al sole,
marcia nel legno, ha una lama
che maciullerebbe possenti giganti,
le spalle bruciate dal sole rovente.

la mia gola è intrisa
di un grido di battaglia
che scuote il mio
sepolto orgoglio, irrigidendolo
sotto mille frecce che saettano
verso le nuvole per farle piangere.
noi non ci salveremo mica.
ma, se proprio non avessi scelta,
io vorrei sentire il tuo respiro su di me
prima che la vita mi abbandoni.
e vengo colpita, e la carne putrida e macchiata
si fa culla del sangue dell’umana, grondante, a fiotti;
le frecce crollano, e sono feroci e puntigliose,
e non ho molto da vivere, la vista si riempie di grandine e sabbia,
e il gelo intrappola ogni cosa...
e ci sono i tuoi occhi di madre, compagna - tutto così giusto, i tuoi lunghi
capelli sciolti ad accarezzare la mia faccia, immobile, e il tuo viso
sprofondato nel mio collo, in una stretta
che è calda come il fuoco, e le tue vesti morbide a
nascondere il gelo che, come fai tu, mi abbraccia con amore.
quando questo succederà, perché io morirò e sarò costretta,
almeno con queste sembianze,
a non sentire più il tuo tocco su di me... sai, io ti ho sempre amato...
ci rincontreremo quando morirò e vivrò di nuovo.
noi non ci lasceremo mai; mai completamente.
poesia, tu...sei tutto. per il momento, invecchiando giorno dopo giorno, sogniamo assieme
queste isole che ci rubano i sospiri, e ci infiammano l’anima.

Mi aspetterà un viaggio incredibile,
dove fisserò negli occhi la solennità
delle Cose; e tutto sarà giusto, equo, vero.
Profondamente rispettoso e naturale.

Berrò veleni che mi cureranno
dalle cicatrici di altro veleno,
preso molti anni fa, all’aria aperta,
e il dolore verrà lavato via...
e si scioglierà come neve sotto di me.


...Automaticamente mi vieni in mente tu,
Conall,
flebile sussurro amoroso in epoche feroci e sanguinolente.
sei un albero della vita i cui frutti crescono per fare felici
(me)
gli uomini.

Luccicando, il filo
che unisce i nostri cuori
si fa sempre più stretto, e stringe,
ed è una bolla concentrata di lava
che lambisce la mia coscienza,
figlio mio - non ti ho mandato al massacro
dandoti la vita, vero?
Io...ho la memoria vaga, confusa, conflittuale.
ricordo un bosco. tanto verde. tu che correvi forsennatamente, tra ansiti e sbuffi di nebbia
che spingeva dalla tua bocca, e un regno spalancava le porte a te...e la marcia...e le odi alla luna...
dovevi proprio venire al mondo.
avevo troppo bisogno di te, scuro tragico e splendente paradiso.
quando capii che eri mio figlio
sangue del mio sangue?

dietro di te, lasciavi confini di terre
che mai avevo visto prima, ma che ben conoscevo.
parlavi con la natura, con i fiori; pregavi assorto stringendo tra
le dita la piccola luna piena.
con te, le mie mani s’infuocavano. e si facevano perfette.

...tu, immortale sognatore,
intrappolato dentro un’antica storia!
non è un caso...volerti sempre assieme a me.
___________

la battaglia sta per cominciare. la mia schiena verrà frantumata,
le mie ossa fatte a pezzettini confusi sul pavimento logoro.
oppure...
il terrore mi dilania il cuore, lo stringe convulsamente nella sua mortale morsa,
ma sono assurdamente pronta; alzato il mento, brandendo le mie armi sotto la luna,
avanzo di milioni di passo verso la mia meta.

___________

veglia costante,
realtà mai trapelata,
nei tuoi silenzi assisto alla supplica
di non cedere mai alla mia insistenza.
ai miei difetti.
per sempre, io ti proteggerò e veglierò su di te.

___________

la tua benedizione
su di me ricade con un rumore
simile allo scintillio delle acque
illuminate dai raggi mattutini del sole.

contratta, sospinta da difese
trattenute con me troppo a lungo,
vedo le tue candide mani delicate
saggiare il velo di ansia che ho
e strapparmelo di dosso.

e respiro un po’.

un sospiro dopo, il tuo sorriso
premuto con tenerezza tra i capelli
mi ricorda che ogni giorno,
senza vederti, al mio fianco
la tua presenza mi è familiarmente accanto.

e sei potente, e tutto di te, celata
misteriosamente dalla preziosa nebbia,
mi fa tremare febbrilmente.

hai tanti nomi mescolati sul tuo corpo,
intrecciati alle tue cosce, miserabili loro,
e non so quale poter accostare alle mie labbra
quando vorrò chiamarti.

poi mi guardi negli occhi,
sospese nell’immobilità di non poter
fare nient’altro; un nervo sulla tua guancia scatta,
tesissimo, e la mia mano copre
la tua morbidezza, carezzandola, e col pollice scrivo
il tuo nome sulla pelle; mi sembri addirittura umana.

probabilmente, a volte puoi esserlo.

il tuo corpo è tiepido e leggero, e mi sposto
lievemente, aggrappandomi ai tuoi avambracci,
andando a sbattere piano contro il pozzo che ho alle spalle e al collo,
dura frazione di secondo, poi
il vento frusta gli alberi, e le foglie
ridendo si spargono nell’aria - i tuoi capelli profumati mi solleticano la tempia, e mi ritrovo a sorridere.

per terra, fogli sparsi ci hanno condotto lì.
spazio senza luogo, tempo andato perdutamente a male...
...speranze masticate da voci che non credono in loro.

così sono riuscita ad avere il tuo corpo incollato al mio,
ed in piedi io attendo, fiduciosa del tocco delle tue lievi dita
che soavemente ricorda al mio cuore di donarti
la mia totale devozione, poiché tu per me sei indispensabile.

premuto contro la mia schiena, il pozzo gorgoglia acqua purificatrice per rinfrescarci dalle agonie; quindi, tendo una mano
verso il suo interno, senza avere intenzione di staccare gli occhi da te, ed ecco la scintilla
di liberazione, fresca, scintillante, pulita che dall’abisso del mistero torna su, verso di noi,
e finalmente la mia mano è sul tuo viso, bagnandoti la guancia fissando il rivolo d’acqua illuminare la tua pelle con una scia delicata.

purificati, i tuoi brividi mormorando parole incomprensibili
si immergono nell’acqua del pozzo imitandomi,
fiori che sbocciano sulla superficie, i petali beati dalla rugiada!

la tua mano ora immersa nell’acqua-
(gemella dell’impronta lasciata sul tuo viso,
io ancora ad accarezzarti la pelle, ah, mio dio...)

poi, occhi magici pronti a farsi divorare, te la porti alle labbra...
quando scorgo la bellezza dentro di te, sei già chinata sul mio viso,
e il tuo bacio leggermente fresco di immensità ha il rumore della purezza che risplende nella mia mente
e allora stacco la mano dalla tua guancia, che mai avevo osato dividere, e cingo la tua
vita con entrambe le braccia, piccolo fiore fragile che si incolla
alla convinzione di aver sempre fatto così.

intorno a noi le nuvole s’incupiscono, fendendo il sole. quando il cielo, abbandonato a se stesso, supera il proprio limite personale fa cadere dalle sue mani la pioggia, e sopra di noi scopre sulla sua bocca un sapore d’aria, di libertà, di verità.

Tu, magica come la luna, con un respiro
condiviso in due,
allontanandoti - anche se per guardarmi negli occhi - mi ferisci.

tentando di dire qualcosa, la mia gola
si contrae furiosa, sbalordita.

senza di te la mia voce non è degna.

fissando la tua fronte,
giardino immenso coronato di rigogliosi fiori,
mia dea con troppi titoli,
non comprendo in realtà a fondo questa magica ossessione.

un battito di ciglia dopo, il tuo peso leggiadro
fiorisce ancora addosso al mio,
e tutto va davvero per il verso giusto, mia cara,
perché ho le mani aperte sulla tua schiena,
il tuo cuore premuto sul mio, le labbra schiuse tra i tuoi capelli,
e capisco che tu sei la voce della fantasia, della magia di questo istante di scrittura,
e chissà se mi ricorderò il tuo viso un’altra volta, amore mio!

ti rivedrò? mi si spezza il cuore, e sospiro; alzando il viso, mi chiedi
con gli occhi se va tutto bene, e sfregandomi contro di te
confido che tu capisca la poca voglia che ho di parole.

accoccolata a te penso che la vita sia bella.
anche se dovessi scomparire, il tuo calore resterebbe impigliato gelosamente su di me,
tra le mie mani, le mia bocca.

tutto va lentamente sfuocandosi...
il tuo peso caldo fuso col mio inizia piano
a farsi tiepido, e tiepido, e la scintilla sta sparendo.
agghiacciata, il mio respiro si tramuta in un ansito terrorizzato.
non voglio perderti.

di nuovo, le tue labbra sulle mie: avevo la costante paura di non averti mai più con me,
eppure ricompari sempre...con molte sembianze, e molti nomi.
anche se non ricorderò questo viso, sappi che ti amerò fino alla morte:
sono onorata di essere tua. le tue mani, circondato il mio viso, sono così vellutate
che mi sembra di sognare un oceano di baci, e ciò che mi doni è ossigeno...
so che ci vedremo presto. avrai probabilmente un altro viso, se avrai viso, ma ti riconoscerò come sempre ti ho riconosciuto, amore mio.
sei costantemente dentro di me, anche adesso che i tuoi tocchi leggeri non ci sono più,
e la tua imponente figura è eretta davanti a me, mani tese verso il tuo profumo,
e nel tuo sorriso io vedo la mia continua e giornaliera morte e rinascita,
facendo di me una persona migliore.
vita mia, mio amore, mia regina...Poesia.

Nessun commento:

Posta un commento