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giovedì 3 maggio 2012

E corre.

    E corre.

L’aria si frantuma in tante superficie lisce che tocco, tocco, e sfiora la corda che c’è tesa nel mio petto - la scalfisce partorendo la luna - in attesa, su una collina vibrante di suoni - come un fruscio, una catena di sussurri lasciati andare contro la compostezza delle nuvole - mi getto all’indietro cadendo su dell’erba che mi punge la schiena.
E corrono assieme.

Sono la canzone con cui il mio cuore pompa i battiti più forti. L’essenza reale della vita la si specchia quando non si sa più la propria identità e allora ci si guarda negli occhi di chi amiamo; si capisce, un ritorno alla terra, madre devota ed assassinata - ah, sì, sono io... il mio nome è...

La vedo bruciante nei vostri occhi, la vita. Non smette un istante di schizzarmi dal sangue, tutto caldo, così incredibilmente giusto, mi spezza i polmoni - non riesco a respirare, non respiro - e le mani prudono e prudono e dannazione, devo scrivere.

E lui corre maestoso con fiamme argentate nelle mani scure.


Una collina,
un pozzo.


Qualcosa di proibito, Anna. E’ sempre stato qualcosa di oscuro e proibito.
Qualcosa che sai che c’è, che è stato tuo e qualcosa che può distruggerti, qualcosa che è l’inespugnabile che ti spalanca ogni dannata molecola e
dovrai vedere - qualcosa [che ti uccise] che ti riporterà alla vita.

“Avrai tre grandi amori, nella vita,” disse qualcuno, schiacciato da maschere colorate, spazzolate da una malizia atroce, pari al fuoco, all’inarcasi di una schiena, un flash nel grigio totale delle cose, statiche, e guardatemi sono il vostro fottuto parassita avanti forza, ridete di me -

Ho già i miei tre grandi amori della mia vita.

Ma intanto la terra si frantuma, fango erba [che continua a pungere, api sotto pelle] stelle tutto scuro, si può vedere solo le fronde degli alberi scorrere nel tempo e la saggezza che dorme, nel grembo di un albero, tra nodosi occhi d’un tempo che tutto ha visto, e niente più vuol vedere; di un tempo invecchiato che non si smuove assieme alle correnti dell’intero mondo, ma segue la canzone che suona ciò in cui si crede, in cui si ama.

Per cui si decide di vivere e morire.

Avanzo anch’io, ultima e prima.

E sotto la mia mano l’erba cresce, e si misura; il battito sobbalzante del cuore delle mie emozioni, della mia più viscerale, ossessiva, possessiva anima, non sono mai abbastanza - non sarò mai abbastanza - ma sacrificherei, è questa la verità, sacrificherei la mia intera vita - ogni mio respiro - se solo potessi vedere i miei figli dormire nel letto che era stato di nonno, sotto la luce di una candela un po’ sciolta, calda, bianca, ed io immobile a fissarli con le mani lungo i fianchi - persa, abbandonata, senza più speranze e rimorsi - con gli occhi sbarrati ed un ultimo respiro che inghiotto, con fatica, e prego che crolli nella luna. E che mi sommerga, e che io riesca a toccarla e baciarla almeno una volta, Dio ti prego [fammeli avere anche qui, sono egoista, ma ti supplico fammeli avere anche qui... ]

Ma in fondo, sono solo pensieri sconclusionati, fondamenta della mia esistenza, completamente -  soffio un po’ di cenere e tutto sparisce-

perché lui

corre.


E correndo cade, vedo la sua guancia scura sbattere con violenza contro la terra, e le sue mani artigliare il terriccio - con una forza disumana, morendo e rinascendo e ti amo così tanto che farei qualsiasi cosa tu mi dicessi di fare, figlio mio - si tira su, praticamente ululando, la sua voce strappa ogni realtà possibile, viva e splendente, così chiara, sua - “Mamma!” urla, afferrandomi il polso, strattonandomi in avanti; il suo braccio si tende sotto i suoi piedi rapidi, sporchi di ciuffi d’erba; corro con lui con il vento in faccia e la luna davanti gli occhi, e fremo, la voglio, la voglio da sempre e per sempre [guidami e veglia su di loro in vece mia quando io non potrò più e aspettami, quando ritornerò, perché cercherò sempre te guardando in alto]

Il suo sorriso è talmente grande che potrebbe ricoprire la vastità dell’universo.
Mamma,” ride, e ride forte, io con lui, e ridiamo e c’è tutto l’odore del nostro amore- mi tira, destra sinistra, un tronco, via, lunghi capelli neri... profumati di fiori... e Bleuzenn rimane immobile, un lento muoversi del capo, gli occhi grigi fissi su di noi - lente le sue labbra si arricciano in un sogghigno....

Lo sai che le anime gemelle non muoiono mai?
        Ti amo.
Vieni.
                Non c’è niente di più reale che voi.
Mi proteggerai sempre nascosta dal tuo pelo bianco, mio protettore?


Un lampo d’oro - il mondo in cui vivo, respiro amo, urlo e corro s’inchina rispettoso - è come sentire le viscere contorcersi, bloccarsi e spingersi verso il basso - e lo devi seguire, tu devi, non puoi non farlo -  la mia testa è quasi vicino l’erba che pesto e scalcio e di nuovo urlo, la sua mano nella mia, le dita intrecciate - Fionnlagh balza in avanti, spalancando la bocca- ci sono scie di lacrime nell’oro dei suoi occhi.

Nel cielo casca un fiore.
Ha petali gialli, profumati.

Si poggia tra le mani di Bleuzenn, immobile. Il suo abitino arancione svolazza pigramente nel vento, nell’aria che è parte di lei, nei fiori, in tutti i fiori; e poi ho tra le mani la luna, la sento bruciare contro il palmo della mano, si lacera guarisce freme brilla SCRIVE, corro strattonando Conall verso di me, il suo essere non vacilla, me lo attiro contro e lui è mio, io sono sua, lui è mio figlio e il mio destino perché rappresenta la poesia, la poesia della vita, per me - Conall è l’apice della mia vita.

Sono solo pensieri
[li tocco ti tocco ti stringo semprepiùforte]

Vieni.
Non ti abbandoneremo mai.
A quanto pare devi molto amare l’idea di cadere dal cielo, mamma.
Ti amo, ti amo, ti amo.
Siamo sempre qui.
Lascia che sia...
... che risuoni in te.
Scrivi, scrivi! Destino.
Mamma...
Voglio che tu lo sappia, non c’è niente di più reale che te.


... sconclusionati, ma stretti tra di loro - come noi, che corriamo.
E scriveremo e vivremo assieme [ricordi? fino alla fine dei tempi]

.
.
.

... con tua sorella e il nostro protettore...


La luna si chiude nel cielo tappandosi gli occhi,  la cenere s’innalza soffiata su, e c’è Lei; sono sussurri fiorati che mi fanno socchiudere gli occhi - e rabbrividire - piano.

Il Plenilunio è vicino.




3\5\2012

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