E' un'incongruenza di due mondi mischiati, decorati entrambi da uno scettro
di stoffe pregiate e fogli rotti; di respiri incollati alle vertebre, alle scapole come ali spezzate.
Il mio corpo è un tempio soffuso e pieno di luci.
Gravido di sentimento - quello che lascio trapelare al di fuori
non è che un grammo di ciò che nascondo dentro.
Sono l'incarnazione del mio peccato e della mia salvezza guidata da altri, da altro.
Da Lei.
E amo, amo; amo fino a non capire più nulla e fino a non comprendere nient'altro che non sia la Poesia.
Il mio tutto, il vostro niente; di nuovo, sempre, ogni cosa si fa chiara... mille passeggiate in notti stellate... una corona di fiori poggiata su una testa scura... lunghi capelli neri.
Bleuzenn diventerà una Sacerdotessa.
La vedo già grande, vestita di raso nero e trasparente - la mezzaluna sulle sue costole riscrive la storia della civiltà.
Del sacro e del demoniaco.
Una donna capace di portare il profumo dei fiori, mischiati e tabacco ed incenso, fin dove la luce non arriva e c'è una scala,
nel tempio coronato di verde e rugiada,
che arriva dove le nuvole, osservate da vicino,
sembrano dipinte.
E vive, ultraterrene.
Bleuzenn sta supina su cuscini argentati, che ricopre con i suoi lunghissimi capelli. Le cosce divaricate tra fiumi d'incenso. Labbra scarlatte piegate in sorrisi - ma sono sempre stati quasi ghigni flebili, nel loro brillare di malizia e sacralità.
La Madonna della terra madre.
Una sua mano va a solcare la curva delicata del collo candido, tracciando petali scuri.
Piega la testa, uno spicchio grigio brillante attraverso le palpebre socchiuse, truccate di verde e marrone.
"Mamma," sussurra, quasi costringendomi a crollare sulle ginocchia davanti a lei, incensi nei polmoni e nelle narici, gli occhi lacrimanti, "Mamma."
La donna nella bambina. La bambina nella donna: è la Madonna.
Di ciò che è e non è.
Della terra e dei fiori luminosi.
"Bleuzenn..."
Labbra rosse che si piegano sensualmente - un brivido.
"I grandi sono troppo piccoli per saper crescere."
E poi: "... vieni..."
Le sue mani sul viso... e torna piccola...
... e sorride.
"Mamma."
E profuma davvero, davvero, di fiori misti e tabacco e incensi.
Sacerdotessa dell'innominabile. Del divino, ancora.
Dell'uomo, della donna, della stessa terra...
"Fiore luminoso.
Il più raro e splendente di tutti.
La carezza di un nome sussurrato piano."
B
L
U
S
E
N
31 marzo 2012.
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