e quando tutto prende a vorticare, a girare impazzito, a volteggiare come lame dritte conficcate nello stomaco, che io scavo cerco e trovo la risposta a tutte le mie domande.
Quella più assurdamente familiare per me, la risposta a tutti i concetti - teorie smozzicate nei vicoli ciechi di me - è scrivere.
Scrivere mi carbonizza l’ossigeno nei polmoni. Me li strappa via contorcendoli con mani dorate, così incredibilmente calde e giuste che non comprendo le persone che vivono la propria vita senza carta e penna.
E’ inconcepibile.
E’ sconvolgente.
Mi innalza, attorciglia il fiato prima spezzato e lo mescola con la vita, sento il vento tra le dita, nella testa.
E tutto si raggruppa in un tiepido, flebile, istante in cui mi sento immortale. Invincibile.
Cosa vuoi fare da grande | cosa vorresti fare tra qualche anno | dove ti piacerebbe lavorare.
Scrivere.
Non potrei che scrivere in vita mia.
Voglio questo fino alla mia morte.
Vivrò scrivendo e morirò scrivendo e ritornerò scrivendo, piena zeppa di gingilli argentei, marroni e dorati, che paiono occhi ma sono la dimostrazione di qualcosa che è grande, immenso, purificatore - oserei dire Divino.
Occhi sporcati di felicità, il disquisire vorace sulla mia anima; occhi che, di nuovo scavando cercando e trovando, mi mostrano ciò che è.
E allora continuo a depredare singoli momenti, che paiono secoli, per cercare di acciuffarli tra le mani - e farli durare in eterno.
In eterno il mio sguardo perso; in eterno le mie mani rapidi, veloci, innaturali sembrano; in eterno i miei figli, la voce di Conall che chiama e chiama e mi prega di andare.
E mi porgo domande a cui solo io posso dare risposta, senza malizia alcuna.
E mi domando se veramente possiedo un limite, perché me ne sento priva, lacerata, perché tutta la mia vita è stata passata per sfondare muri e avanzando sporca di inchiostro.
Sulla pelle non va via.
Scrivere mi toglierà il sangue dalle vene. Rapirà la mia razionalità e me la annienterà.
Mi porterà alla precoce pace.
(che odora di vita, di passione, di mani che cedono e si cercano, sfiorandosi...)
Scrivere mi dona la vita. Vivo per scrivere. Tutto ciò che sono appartiene al ricordo di parole lasciate sotto una pioggia scrosciante.
... sotto infinite lune pallide.
Ed è anche vero che è chi ha il coraggio delle proprie azioni a manovrare il proprio destino, ma il coraggio delle mie azioni per me significa mettermi a scrivere - il mio destino, il mio amore reale.
Tutta la mia vita.
Il resto, cenere.
14 gennaio 2012, 14:11
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